top of page

La donna (s)catenata

 

Mi tolgo il guinzaglio e comincio a camminare invece di strisciare, corro, mi tuffo nelle onde, inciampo e rischio di farmi portare via dalla corrente.

Trovo un equilibrio e riemergo con i piedi ben piantati sulla Terra.

Femmine Difformi: appunti di un percorso

 

Specchio: la ricerca di me. Non mi vedo, vorrei amarmi.

Travestimenti: la conquista, il fascino, la competenza, il completamento…

L’esplosione, la rabbia che si manifesta, la creazione, la libertà.

Farmi vedere/nascondermi.

Sangue: la scoperta, la sorpresa, il dolore fisico, la crescita forzata e desiderata, il non capire.

Bambina: ingenua sempre alla ricerca di conferme dagli altri. Voglio farmi vedere. Sono invisibile a me stessa.

MASCHERA

TIMIDEZZA

CORPO IMPRIGIONATO

“Non puoi essere una BAMBINA, devi crescere!”

 

Come siamo arrivate ad avere un immaginario femminile costruito su un desiderio maschile che non ci corrisponde?

La donna deforme per piacere all'uomo, suo snaturamento esteriore ed interiore.

La donna in carriera.

La donna oggetto.

La donna che vuole essere uomo.

I prodotti di bellezza.

La moda.

Le ragazze di oggi verso quale modello di donna stanno andando?

Hanno bisogno di selfie perché non si vedono, così da farsi vedere dall’altro su facebook?

 

Come mi sento (appunti per personaggio)

 

Donna

Vuole essere fuori dagli stereotipi e non sa dove collocarsi, ma comunque rompe il superfluo, il costruito.

Anche voler andare oltre gli stereotipi è uno stereotipo.

Maschia con la cinghia

Distrugge, disfa, butta via, butta all’aria, smitizza, va a fondo, sprofonda, riemerge.

Vittima/carnefice

L’esplosione, la rabbia che si manifesta, la creazione, la libertà.

Domatrice/mangiatrice di uomini

Ha bisogno di vendicarsi, tanta rabbia, deve addomesticare gli uomini che l’hanno sfruttata, violentata psicologicamente e fisicamente.

Vuole addomesticare la sua mente che fugge…

Trasformazione

La natura, raccogliermi, l’aiuto, soccorrere, armonizzare.

Lo sporco, l’accumulo, creare dalle rovine, trovare la via, guarirmi negli elementi, pulirmi dalle sovrastrutture, andare all’essenza e liberarmi.

Essere primitiva e potente.

 

Il corpo che sogna - L’esperienza

 

Il mio stereotipo nel Corpo che sogna è venuto fuori un po’ alla volta, lavorando di mese in mese su argomenti diversi. Mi sono accorta che il tema principale su cui si concentrava la mia attenzione era il ruolo della vittima e di conseguenza quello del carnefice: ruoli che ho vissuto più o meno consapevolmente nei confronti degli uomini e in varie occasioni della mia vita fino a che, nei momenti più difficili, diventava un modo di essere.

Lavorando su me stessa con varie tecniche questo atteggiamento l’ho portato all’esterno e mi ha fatto molta impressione portarlo all’estremo, vederlo come in uno specchio.

Mostrare una parte di me che si attiva nelle difficoltà e subisce invece di reagire non è stato piacevole... è stato come mettermi a nudo e far vedere a tutti una fragilità, un modo di essere che ho costruito per agevolare l’altro e far sì che non mi aggredisca, per sopravvivere nei confronti di situazioni e persone violente: essere un cagnolino ubbidiente e supplichevole che dice sempre di sì.

Quanto posso stare ancora lì ad aggrapparmi a destra e sinistra, a mendicare amore, affetto all’esterno?

La mia resistenza è tanta, troppa!

A un certo punto qualcosa deve succedere, un movimento che interrompa quella staticità, la reazione a un’energia stagnante, un urlo per far capire che ci sono. Mi tolgo il guinzaglio e comincio a camminare invece di strisciare, corro, mi tuffo nelle onde, inciampo e rischio di farmi portare via dalla corrente. Trovo un equilibrio e riemergo con i piedi ben piantati sulla Terra appoggiandomi a me stessa e agli elementi, con un segno che mi unisce all’Universo.

 

                                                                                                                                                                     Gloria Pera

bottom of page