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  • Femmine Difformi Project

Violenza invisibile, violenza svelata

La violenza di genere è prodotta e riprodotta in continui fatti quotidiani nascosti dietro il silenzio e la paura che permettono alla violenza di perpetuarsi.

Parlarne è il primo strumento di contrasto. Per questo donne e uomini hanno deciso di raccontarla a piena voce, a testa alta: parlarne e condividere il proprio sentire significa spezzare il meccanismo di invisibilità che permette a questa violenza di riprodursi.

A questo proposito vogliamo divulgare il trailer del video Violenza invisibile, che riteniamo un efficace strumento socio-educativo e di concreta prevenzione.

Questo tema molto sentito da Femmine Difformi è stato segnalato da Tiziana M., una compagna di viaggio del nostro collettivo, che insegna in una scuola superiore dell'Alta Val d'Elsa senese. Qui sotto la sua presentazione.

Insegno in un istituto professionale di provincia .

In un tempo non lontano aveva una sua dignità e statura.

O forse aveva un senso.

I figli della classe operaia o di gente" semplice" si iscrivevano in questa scuola con il desiderio di elevare la loro cultura rispetto ai genitori ed imparare un mestiere.

Non era una scuola dei primi , ma neppure degli ultimi.

Oggi, nel biennio, rappresenta la vasca di scolo di adolescenti e non solo (le ricongiunzioni familiari di migranti vedono maggiorenni iscritti nelle prime classi), la ripulitura di quel materiale più pregiato che, attraverso altre setacciature più fini, approderà a lidi più prestigiosi.

E le dinamiche di un mondo confuso, impigliato in miserie, pregiudizi, dinamiche distorte e contorte, si replicano nel microcosmo classe.

Esplodono compresse in un ambito piccolo, che non stempera anzi amplifica i disagi.

Bullismo, machismo, omofobia, aggressività diventano una realtà quotidiana pur con diversi gradi di gravità.

Situazioni positive o " normali" (?) esistono, ma è sul versante della difficoltà e del disagio che come insegnanti dobbiamo formarci ed attivarci.

E proprio sulle questioni di genere, ho frequentato un corso di formazione iniziato lo scorso anno e terminato a dicembre.

Ben fatto, ricco di input.

Le docenti, donne appassionate oltre che competenti.

In quella sede, in chiusura, è stato proiettato un video che racconta la Violenza invisibile.

Questo il titolo.

Ho contattato la docente dott.ssa Silvia Lelli chiedendole il permesso di riversare sul nostro blog il video.

Per motivi di privacy può essere pubblico solo il trailer.

Già solo il trailer è una testimonianza forte!

Ringrazio a nome del collettivo Femmine Difformi la dott.ssa Silvia Lelli, che ha apprezzato l'iniziativa

T.M.

VIOLENZA INVISIBILE tratta di varie forme di violenza agite sulle donne, focalizzandosi su quelle meno visibili: strutturali, culturali, psicologiche, domestiche, sessuali, economiche, immerse nel contesto socioculturale attuale.

Forme di violenza ‘invisibili’, nascoste tra le pareti delle case, chiuse nell’omertà culturale, nelle abitudini quotidiane, nella discriminazione di genere come ‘normalità’, elementi culturali che costituiscono il terreno fertile in cui le forme di violenza più eclatanti – fisiche, femminicidi – affondano le radici.

La “Violenza Invisibile” è un argomento ‘maltrattato’ dai media, nascosto da visioni populiste, sensazionaliste e vittimistiche che si occupano solo di episodi isolati di violenza fisica estrema, sfruttandoli come fatti di cronaca senza approfondire i processi socioculturali che le producono – in pratica vendendo il sangue che dicono di denunciare. Il documentario invece, attraverso le storie di donne uscite da percorsi di violenza, uomini maltrattanti, operatrici-operatori mostra i segnali e le dinamiche relazionali che preludono a questi eventi, per renderli visibili e riconoscibili prima del manifestarsi di atti estremi. L’immagine della donna risulta dignitosa, consapevole, capace di rispondere a situazioni drammatiche e trovare vie d’uscita personali, sociali e politiche, sebbene minacciata ancora da una violenza ancora ‘invisibile’, della quale è difficile addirittura parlare, raccontata con grande dignità e profondità dalle-dai protagoniste-i stesse-i.


Il video completo è realizzato sulla base di una ricerca antropologica svolta la collaborazione di molte donne e uomini direttamente coinvolti in situazioni di violenza e con associazioni, esperte-i, operatrici-operatori e politiche-i, tra cui Marisa Guarneri e Cristina Carelli (Casa delle Donne-Milano), Lea Melandri (saggista), Sara Gandini (Libreria delle Donne-Milano), Beatrice Lilli e Marina Antonini (Donne Contro la Guerra-Spoleto), Teresa Bruno (Artemisia), Alessandra Pauncz e Giacomo Grifoni (CAM), Margarethe von Trotta (regista), Oria Gargano (BeFree-Casa delle Donne-Roma), Stefano Ciccone, Claudio Vedovati (Maschile Plurale), Eleonora Pinzuti (linguista, poeta), studentesse e studenti dell’Accademia di Bologna e delle Università di Bologna e di Firenze e molte-i altre-i.

La durata complessiva è di 2 ore, ma il film è diviso in 4 capitoli (Pensieri Comuni, Donne, Uomini, Pratiche e Politiche) ed è vedibile anche in parti separate, adattabile a diverse occasioni sociali, politiche, culturali, educative, formative, secondo interessi, focus, iniziative, selezionando uno o più aspetti in particolare.


Il video Violenza invisibile, con la regia di Silvia Lelli, è realizzato con metodo di lavoro partecipativo e modalità etnografica di ripresa senza alterazione dei contesti.

Le informazioni attinenti provengono dalla fonte www.antropologiche.it

Per chi è interessata-o al film completo, che viene proiettato a fini educativi e di prevenzione alla violenza di genere, può scrivere a antropologiche@gmail.com


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