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  • Femmine Difformi project

Penelope è W!* Le mie mani sono vive!

Esplorazioni creative per non perdere il filo




INAUGURAZIONE 24 Settembre 2022 ore 17


24 Settembre- 9 Ottobre 2022

Sala Expo Palazzo Fascie - Corso Colombo - Sestri Levante (Ge)


Vieni a visitare la Mostra!!!


Penelope è W! nasce come ricerca d'arte partecipata attraverso la quale il mito di Penelope viene destrutturato e rielaborato. Questa mostra è il risultato di un viaggio introspettivo e collettivo attraverso la fotografia, la scrittura, il corpo e la performance.

Il progetto nasce da un'idea di Silva Masini artista relazionale in collaborazione con LABIArts e il Collettivo Femmine Difformi.

* Ringraziamo di cuore Benedetta Montini per aver ispirato il titolo della Mostra e averci aiutato a ritrovare "il corpo di Penelope"



Nel novembre del 2019, con il gruppo d’arte LABIArts abbiamo iniziato una ricerca introspettiva e fotografica sul mito di Penelope con una domanda centrale:

Come possiamo destrutturare il mito per tornare a noi stesse?

Penelope, è stata una delle possibilità di rileggere e riscrivere il nostro vissuto nel desiderio di tendere verso l’autenticità e l’accoglienza di ciò che siamo. Un mezzo per attraversare, come abbiamo fatto altre volte, lo stereotipo, il mito, l’archetipo e ricongiungerci alla nostra dimensione collettiva.

Qualche mese dopo inaspettatamente ci siamo ritrovate costrette nella chiusura del primo lockdown, la scintilla che aveva mosso il nostro percorso è divampata incenerendo la possibilità di incontrarci fisicamente.

Questo lavoro, che puoi conoscere in parte visitando la mostra online, è testimonianza di un vissuto straordinario che ha segnato le nostre vite, imprimendo una traccia indelebile alle paure e agli entusiasmi.

Il desiderio di condividere la nostra Ricerca con altre persone è mosso dalla convinzione che anche in momenti in cui l’incognita ribalta le nostre sicurezze, restare in contatto (con sé e con le altre) e continuare a collaborare è fonte di immensa fiducia, energia e nutrimento.


il sogno di Penelope di Carmela Pistidda



Appunti di Viaggio


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dal Diario collettivo LABIArts - pagina del 20 novembre 2020


...Potremmo osservare e comprendere il pensiero che ci ha portato fino a qui. Fare un collage concettuale.

Una cosa è certa, ci manca la socializzazione e la condivisione in presenza!

Bisognerebbe almeno ripristinare le nostre cartelle su Drive, caricare le nostre selezioni, in modo da essere tutte partecipi e conoscere lo sviluppo della ricerca delle altre.

E poi per procedere in modo concreto…bisogna darsi un po’ di disciplina.

Scrivere e dare parola al nostro pensiero. Magari tenere un diario settimanale sulla nostra ricerca individuale, includendo testi che stiamo leggendo e su cui stiamo riflettendo, musica, filmati, artisti che risuonano con le nostre intuizioni. Questo può aiutarci a districarci nella nostra confusione personale e poi la condivisione può essere un nutrimento per tutte.

Lavorare in sinergia ci aiuta a portare avanti le nostre idee/intuizioni contaminandoci, così continuiamo a creare in modo circolare: dal nostro impulso unico e prezioso, in dialogo con la scia di stimoli arrivati dal gruppo, si forma un’onda cre/reattiva

E per ritrovare il filo è importante dedicare un po’ di tempo per un tuffo paziente e consapevole nei nostri tanti lavori. Magari emerge una foto, forse qualcosa di incompleto che attira ancora la nostra attenzione. Qualcosa a cui dare un senso e sentire come farlo maturare. Scrivere qualcosa per completarlo o creare una nuova immagine che faccia da specchio.

Altra via possibile è ascoltare il proprio bisogno di ora. Forse c’è necessità di silenzio, di letargo…o di movimento. Trasformare il passato con atti poetici.

Per esempio Daniela ci insegna...bruciare qualcosa, come i propri diari e scoprire di avere in mano qualcosa di concreto, tangibile: un vasetto di cenere che con sguardo immaginario diventa il pigmento impermanenza.

Una ritualità che ci riporta alla parola chiave sulla quale stiamo ricercando.


Tante idee e la possibilità di prendersi il tempo necessario per dar loro una forma.

E’ una grande opportunità quella di potersi esprimere in libertà, autenticamente e senza giudizi. Anzi spesso i feedback delle altre arricchiscono e illuminano il nostro valore.

Mettere insieme parole chiave individualmente come ricerca e comprensione intima, per poi condividerle con il gruppo. Dal personale al collettivo un moto continuo, un intreccio stimolante, fitto, ricco, grezzo.

E poi c’è la materia con la quale fare esperienza, fili, tessuti e tele, fotografie, carta, colori, pasta madre, legni ritrovati sulla spiaggia, sabbia, cenere.


Telaio mobile di Marina Di Mattei

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Ho preso a piene mani il blu cobalto

Ho preso a piene mani i miei pensieri fatti di tela grezza per trasformarli

Ho preso a piene mani il dono e lo ri-dono

Ho preso a piene mani il segno dell’infinito per comunicare con te.


Carmela

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Galleggio, sfuggente

Cerco colui che è dentro di me, il mio maschile

Raccolgo la mia natura per poter arrivare a dare la mia essenza

che è fatta di attese, promesse

…… aspetto


I miei doni sono nelle azioni

In quello che non dico, in quello che vedo


Non ho bisogno, non domando

Galleggio, presente


Isabella

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Ti guardi

ti volti e lei è sola

silenziosa nel suo tumultuoso mare.

Corre contro il vento freddo e pungente

delle ore buie.

Accoglie il piacere della pioggia sul viso.

Si è persa con le unghie nella pelle

le sue paure e il suo stupore nella spiaggia deserta.

L’ha sorpresa quella stretta forte della tua mano

e trascinata in sogni insperati.

Il profumo di zagara tra cementi e grigiori.

Corre e aspetta, guarda il mostro nei suoi vili occhi di fango

e fiera si allontana.

Ma è il suo inferno che l’ha trovata senza riparo e difesa.

Da terra ha colto il fiore del frangipane e gli ha concesso l’anima.


Mary

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Penelope, umile come la terra che accoglie e restituisce, non desidera ma si nutre di ciò che c’è...celebra ogni attimo ed è natura nella natura.

Il fare è un’occasione per disfarsi di ciò che non serve e restare con niente, godere del vuoto dove c’è tutto.


Marzia

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Cosa vedo dalla finestra della mia Stanza?

Per due anni ho tessuto la mia vita, insieme alle compagne.

Fare e disfare la tela. E disfare in questa società è un dito puntato che evidenzia un “fallimento”.

Per questo Penelope è rivoluzionaria: non è produttiva ma creativa.

Boicotta il sistema patriarcale mettendo a frutto le sue doti femminili di trasformazione e soluzione.

Per questo la tela è meditazione, mi aiuta a trovare il vuoto e il silenzio.

La tela è il luogo in cui il fare e il disfare sono la stessa cosa.

La tela è una vela per andare, è una coperta per restare.

Il mio sogno ora è Tessere insieme, donne e uomini con fiducia, tessere storie, possibilità, tessere opportunità per tutti gli esseri, tessere piccoli miracoli per i bambini e per i fragili, tessere opere d’arte che siano doni per tutte/i.


Silva

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Mi piacerebbe sparire, senza lasciare traccia e vivere nella curiosità di scoprire quello che c’è fuori da Itaca.

Senza avere responsabilità, liberarmi dalle responsabilità!

Poter essere egoista e pensare solo a me stessa.

Penso che sia la pazzia più grande che si può chiedere a una donna.


Isabella

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Lasciano tracce le mani.

Un tocco e la pelle vibra, la sabbia si imprime di segni.

Sanno intrecciare fili preziosi di potenti emozioni.

Le mani


Tiziana

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Cucire metaforicamente è una operazione che richiede tanta dedizione e la capacità di dare forma ad un modello, una idea: ecco, questa è un'altra cosa che mi manda in crisi!! Il mio carattere aereo, caotico, poliedrico, spesso mi porta a tagliare le varie pezze senza poi riuscire ad assemblare.

Rammendare lo faccio poco con i tessuti, ma mi è capitato di rammendare relazioni che si erano strappate o consumate, talvolta senza successo, altre volte scoprendo quanto più forte può diventare una relazione dopo una rottura. Per rammendare ci vuole il filo giusto, dello stesso colore, dello giusto spessore, tanta attenzione....

Un rammendo ben fatto dovrebbe essere poco visibile, ma trasposto sul piano delle relazioni, invece io credo che la visibilità del rammendo sia motivo di orgoglio, un po' come nel Kintsugi.


Paola

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Tenere il filo, fare rete, intrecciare, tessere, cucire e rammendare in senso metaforico sono molto importanti nella mia vita. Quando riesco a metterle in pratica, tessere fili tra persone/situazioni, “rammendare” relazioni difficili, fare rete, mi sento felice ... come mi sento in difficoltà quando ci sono fili rotti o persi.

Nella pratica invece mi sembra di non avere la pazienza “femminile” per fare lavori di cucito, rammendo ...

è un po’ di tempo invece che mi sento attirata dal tessere ... non in senso “classico”, ma piuttosto artistico, pensando ai lavori stupendi di Maria Lai e anche di una mia amica in Abruzzo.


Anke

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Non sono Penelope, eppure Penelope è W!

Le mie mani sono vive!

Respirano, trasformano e inventano

intrecciano e districano

creano e distruggono

attorcigliano, confondono gli inseguitori maldestri e autoritari

strappano la vecchia tela e ricostruiscono una trama libera da pensieri imposti

allontanano il pericolo di un ordine stereotipato.

Silenziose, operose, rivoluzionarie


Le mie mani sono vive! E le tue?


Silva

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Penelope calata nella tecnologia è così attuale!!!

Lo posso chiamare…al cellulare?

“Ulisse, Ulisse, Ulisse…non si sente niente!!!! Non ti sento”

…non c’era connessione.


Viola



Nido di Monica Serra

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