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Piccole grandi Storie

…perché la vita di queste si nutre… di Tiziana Moggi



Questa intervista a due voci, racconta una piccola storia, in sé, ma credo rappresenti un frammento delle tante altre a cui spesso non si dà voce o visibilità.

Narra di persone che attraverso vie non sempre lineari e facilmente o rapidamente percorribili, riescono a realizzare un loro sogno, a costruire una realtà desiderata, con impegno, costanza, ma soprattutto passione.

Cinzia e Dania sono le due donne a cui ho chiesto di descrivere il cammino che ha permesso loro di costituire e guidare un gruppo, molto difforme per vari aspetti, dall’età alle competenze…, ma accomunato dal desiderio di esprimersi con il linguaggio del corpo.

Un insieme di persone che da quattro anni le segue sentendosi parte di un progetto, che non ha solo lo scopo di incontrarsi due volte a settimana per un puro esercizio fisico, ma attraverso questa pratica, andare a scoprire un nuovo contatto con se stessi, contattando limiti e possibilità che il corpo e la mente possono presentare.

Ecco dal loro racconto alcuni momenti di questo loro viaggio verso il loro sogno, ormai realizzato.


Cinzia

“Mi chiamo Cinzia Cacace, sono un’educatrice e lavoro da molti anni con progetti nelle scuole. Vivo nei dintorni di Siena, in campagna.

La mia storia personale è sempre stata caratterizzata dal “movimento” anche geografico. Ho viaggiato molto ed essere immersa nelle culture diverse dalla mia, mi ha insegnato ad affinare la capacità di osservare, le alterità, ad apprezzare nuovi vocabolari non solo verbali, ma corporei.

Con il teatro reportage di Annet Hennenam, mia grande maestra, prima ancora della lingua spesso impossibile da imparare in poco tempo, erano la danza, i canti, la musica, i ponti privilegiati per avvicinarsi alle altre culture, a mondi diversi. Ecco il mio avvicinarmi alla danza è stato così per conoscere le altre culture, il nostro corpo è il luogo dove tutto accade dove si sperimenta tutta la nostra vita e la vita delle storie degli altri.

La passione vera e propria per la danza contemporanea è nata nel 1998, quando in un seminario di teatro danza e di danza contemporanea ho incontrato Francesca Lettieri.

Con lei ho imparato la consapevolezza del movimento, l’infinita possibilità di improvvisare ed ho scoperto che il linguaggio del corpo mi apparteneva e appassionava.”

Cinzia ha intrapreso da allora un processo di affinamento e approfondimento dei vari linguaggi del corpo attraverso numerosi stage con maestri e maestre importanti.

 


Dania

“La passione per la danza penso che sia nata con me, ma né io né le persone intorno a me l’abbiamo riconosciuta. Questa passione è rimasta silente fino al 1997.

Il 21/06/1997 mi auto invito alla festa del solstizio che un certo Bernardo Bauer, organizza tutti gli anni, al Mulino di Pietrasanta, nel cuore del Chianti, uno dei luoghi più magici che abbia mai conosciuto.

Bernardo Bauer, un uomo bellissimo e affascinante come il suo Mulino.

Mi presento con la mia macchina fotografica e vedo per la prima volta uno spettacolo di Teatro danza.

Coreografia di Marina Chiarelotto, interpreti Paola Sabia, Ilaria Finetti, Bernardo Bauer, Teresa della Torre, Emanuela Bartali.

Rimango folgorata, quella passione per la danza decide di bussare a quel portone chiuso bene bene da sempre e a spallate lo butta giù ed urla tra me e me “Lo voglio fare anch’ io!!”

La Danza... ancora è presto per chiamarla danza e ancora oggi è un concetto al quale non so dare bene una definizione, ma quello che si era risvegliato in me e che mi aveva fatto vibrare erano quei corpi che parlavano di emozioni che raccontavano storie, che il mio mondo interiore riconosceva benissimo...senza bisogno di alcuna spiegazione verbale.

Finalmente il corpo si esprimeva ancor prima della parola!

Con quel gruppo del teatro danza, ho intrapreso un viaggio e...sono ancora in viaggio.

Avevo 25 anni quando ho “Ri-conosciuto” la bellezza, la potenza dell’espressività del corpo, poi la musica di Astor Piazzolla, Marina Chiarelotto e i laboratori della Silvia Vladimivsky dove lì conoscerò quella che sarà ancora oggi la mia Maestra più importante, Francesca Lettieri, oggi, insegnante, danzatrice e coreografa ideatrice insieme a Paola Vezzosi, della compagnia di danza contemporanea, “Adarte”.

Quindi la mia passione per l’espressione del corpo nel mondo e del mondo nasce in età adulta e da quando accade, inizia per me un percorso di coscienza del corpo come unità logica- psicosomatica ed emotiva in un costante andare ...prima di questo giorno per me il corpo era solo uno strumento meraviglioso, utile per gli spostamenti, che si rompeva e si poteva riaggiustare.”

Anche Dania come Cinzia inizia da allora a seguire corsi, stage con prestigiosə insegnanti.


Francesca Lettieri sarà l’ancora a cui le due donne resteranno legate per una ventina di anni, frequentando le sue lezioni ed esibendosi in varie performance.

Francesca dimostra di essere una vera Maestra quando al gruppo che la seguiva ormai da tanto mette in mano le forbici per tagliare il cordone ombelicale.

Non solo i numerosi impegni anche internazionali che la coinvolgono la portano a fare questo passo, ma la consapevolezza di chi sa riconoscere i talenti, motivarli ed incentivarli a rendersi indipendenti per trovare nuove vie di espressione. Francesca Lettieri indica alle sue allieve la possibilità di intraprendere un loro proprio percorso.

Ed è cosi che, dal gruppo che si disperde, le nostre due donne, così diverse per modalità ed espressività, ma amiche ed appassionate del linguaggio del corpo, si cementano, raccolgono tutto il loro sapere, le loro competenze, bypassano qualche difficoltà logistica e relazionale e partono per un’avventura: creare un gruppo nuovo, da loro guidato, un gruppo che ama raccontare emozioni, storie con i gesti ed il corpo.

Quattro anni fa approda al Garyu, uno spazio accogliente a Siena, il corso Linguaggi del corpo.

Con il passa parola iniziano a frequentarlo diverse persone, alcune in modo continuativo altre sporadico. Si forma un gruppo autogestito.



Le lezioni guidate in modo alternato da Cinzia e Dania, prevedono anche la partecipazione di insegnanti esterni/e che presentano lavori con   varie tipologie di espressioni corporee, proprio con l’idea di sperimentare, ma chiunque partecipi anche come allievo/a ed abbia competenze può proporsi per guidare una lezione.

E’ un percorso stimolante, anche se talvolta si avverte che la barra non è sempre a dritta e la navicella rischia di perdere la rotta, ma questo è anche il fascino di quegli incontri.

Questa formula dura per tre anni, malgrado il Covid che pure picchia forte sulla partecipazione dei corsisti.

Alla fine dell’anno i superstiti si sentono un po' spaesati. Cinzia e Dania pensano, ed anche ad alta voce, che forse il loro sogno termina qui, si infrange sullo scoglio di tante piccole grandi difficoltà.

Ma quando le intenzioni sono buone e pure, animate da una passione forte, non possono spegnersi così, come una fiammella.

Ed ecco che arriva un deus ex machina: Giancarlo, il proprietario dello spazio, amico delle due donne.

Il suo incentivare la continuità non è solo interesse economico, crede nel progetto, gli dispiace che Cinzia e Dania vedano sfumare qualcosa a cui tengono tanto e le motiva affinché si impegnino per dare uno scheletro stabile e nuovo al corso.



Le favorisce nell’ottenere delle certificazioni che conferiscono professionalità, si rende disponibile a trovare possibilità di accomodamento orari… insomma tutto si rianima, e a ottobre parte l’avventura: “Euforia” il corso iniziato precedentemente come “Linguaggi del corpo” cambia nome e non solo, si plasma, si consolida anche se l’obiettivo è sempre lo stesso: far parlare con un vocabolario ampio e duttile il corpo.

Ciò che veramente si è modificato è la consapevolezza di Cinzia e Dania, la loro fiducia in se stesse e nel loro progetto.

In parte dell’intervista le due maestre affermano che fondamentale è stato  il sostegno del gruppo, che si è ampliato, che  tutto il processo non sarebbe stato possibile inclusa l’idea di dare voce e visibilità con uno spettacolo .Ogni componente ha profuso impegno, aiuto con le proprie competenze per realizzare il tutto , dai costumi, alle musiche alle foto e insomma  a tutto quello che serve e gravita intorno a questi eventi , ma la verità è che hanno saputo innescare un circolo virtuoso che si è riverberato fra i componenti.


A questo punto mi incuriosisce conoscere la motivazione del cambiamento del nome, anche se una idea vaga me la sono fatta.

Cinzia, Dania, perché Euforia?


“Beh, è nato per caso questo nome, venutomi in mente mentre ero a cena da

Dania e stavamo pensando proprio a come chiamare il corso, dopo un pò di tentativi stimolati dalla voglia di ribadire quanto fosse importante che il piacere fosse alla base di un apprendimento, magari mentre sto attraversando la frustrazione di un gesto che voglio migliorare. Euforia sta per “luoghi euforici”, diversi, che osano il nostro giudizio del non saper fare, diciamo che è imparare a rilasciare e mentre lo faccio creo un movimento con consapevolezza”.

 


Cinzia e Dania, cercano qualcosa fra vari fogli raccolti in un quaderno. Mi mostrano un volantino: la data è del 30 maggio 2024, c’è una foto, un titolo “ Eufollia”.


 “E’ la locandina di una performance, “la prima da noi guidata” - tengono a precisare - dopo quattro anni di corsi.

“Abbiamo preso “coraggio” solo quest’anno, perché alla fine c’era un certo bisogno di vedere concretizzato questo lungo periodo di preparazione. E poi il comporre, dare forma a tanti frammenti, è come un modo per cucire pezzi di tessuti preziosi, per dare vita ad un Abito fatto su misura da se stessi e per se stessi e con esso presentarsi non solo al mondo, ma proprio a se stessi.”





3 opmerkingen


Gast
3 giorni fa

Ho conosciuto il gruppo da dentro e poi l’ho visto da fuori: cresciuto, ricco, vivace e certamente ancora in fase espansiva. Bellissimo percorso fin qui

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Gast
04 sep.

La sensazione da me avuta quando ho partecipato a quella serata a Siena è stata proprio quella di “ corpi liberi che si cercano e cercano le loro espressioni per comunicare la gioia di essere lì per vivere quei momenti insieme in un senso non solo fisico ma anche sensoriale e spirituale!” A quando altre performances? Dalle parole delle due ragazze emerge la gioia di aver realizzato un desiderio impellente, una sorta di “ diavolo dentro “ che riesce ad uscire nell’esprimersi con il loro corpo.

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ankedoro
04 sep.

Felice di aver partecipato a questa esperienza euforica. Da ripetere assolutamente. Anke

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