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  • Femmine Difformi project

T-Essere insieme

operAzione collettiva ideata dal gruppo LABIArts


riflessioni a cura di Silva Masini


L’8 Ottobre 2022 il gruppo LABIArts in collaborazione con Femmine Difformi ha proposto un'Azione collettiva al Palazzo Fascie di Sestri Levante.


In quel weekend si è conclusa la prima esperienza pubblica della ricerca Penelope è W! In mostra le opere di 10 artiste che stanno costruendo da anni un nuovo modo di ricercare insieme senza rinunciare alla libertà dell’espressione personale.


Cos’è un’operAzione collettiva?


È una forma di espressione sociale ispirata all’arte partecipata: un’attivazione che sollecita e contamina il potenziale creativo del pubblico occasionalmente coinvolto al momento dell’azione. Un’azione simbolica che può essere rituale e talvolta poetica, una condivisione di domande, pensieri e gesti creativi che sono frutto di una ricerca artistico/ antropologica, politico/filosofica, ambientale.


Chi propone l’operAzione intende favorire le idee, il confronto e la condivisione tra le persone presenti per dar vita ad un costruttivo contatto sociale.

Importante è la gratuità: i progetti sono autofinanziati o sostenuti da realtà che investono nel processo creativo e non nel risultato finale.

Non aderenti ad un mercato dell’arte ma propensi alla contaminAzione con l’arte.


Come scriveva El Lissitzky nel 1920 “… deve essere distrutta l’idea della creatività intesa come proprietà privata; tutti sono creatori e non c’è alcuna ragione per dividere il mondo tra artisti e non artisti.”



Come nasce T-Essere insieme


T-Essere insieme è un’idea nata e cresciuta nel fermento di LABIArts, durante la ricerca del gruppo dedicata alla destrutturazione del mito di Penelope.

Fare e disfare, strutturare e destrutturare, domandare e rispondere con nuove domande è stata la pratica che per più di due anni ha visto il gruppo LABIArts al lavoro.

Azioni simboliche, metaforiche e oniriche, ma anche corporee, materiche, fotografiche e grafiche.

Evocazioni che hanno portato il gruppo prima alla realizzazione di una mostra, successivamente alla necessità di un’interazione con il pubblico sfociata appunto in un'Azione partecipata.


In un periodo post pandemico, esposti ad un forte imprinting emotivo in cui paura e negatività sono il leitmotiv quotidiano, circondati da guerre, disastri ambientali e psicosi collettive… un’arte dell’azione e del contatto può ricostruire legami sociali andando incontro al bisogno profondo di ritrovare la fiducia dello stare insieme.

T-Essere insieme è il concretizzarsi di un sogno, concepito durante la pandemia, in cui le persone possano incontrarsi ed esprimere il proprio sentire, attraverso “giochi” o meglio “il mettersi in gioco”, pensare e fare esperienza insieme, percepire e percepirsi in vicinanza...esattamente il contrario di “distanziamento sociale”.


Proprio nell'ottica del fare e disfare è previsto a dicembre 2022 un ulteriore incontro nel quale le donne di LABIArts insieme alle persone interessate all'operAzione, smonteranno il grande Telaio leggendo e documentando i pensieri scritti sulle strisce di tela, preparandole poi per la prossima azione collettiva.



I 4 tempi dell’Azione


- preparAzione - un cordoncino di filo rosso e lino a chi partecipa come dono e segno d’accoglienza.

Segue la creazione dello spazio performativo: un confine rituale creato con filo rosso, presentazione poetica gesto/voce/movimento delle opere esposte.

- centrAzione - entra in gioco il grande Telaio: Textus, Texere…intrecciare, intrecciare fili, intrecciare parole, tessere pensieri: questo è il cuore dell’Azione.

Dentro ad un cesto ci sono dei bigliettini che contengono i frammenti/semi della ricerca del gruppo LABIArts su Penelope.

Ognuno sceglie un biglietto e riflette su ciò che c’è scritto. Quale associazione? Parole, pensieri, spunti e tante domande.

SILENZIO e ascolto interiore.

Ascolto dell’audio narrazione.

- TextAzione - momento di scrittura e tessitura. Chi lo desidera scrive le proprie parole, domande, pensieri, poesie, dichiarazioni su strisce di tela bianca. Due persone a turno tengono verticale il grande Telaio e le altre, nel tempo dell’attesa, tesseranno le proprie strisce/parole sul Telaio comune.

- elaborAzione - In cerchio intorno al Telaio collettivo si donano a voce alta o sussurrando i propri pensieri e parole.





Elementi dell’Azione


- Filo rosso e filo di lino grezzo

- Un audio narrazione creato con le voci delle donne del gruppo

- Un telaio 2 mt x 2 mt che contiene un ordito costituito da strisce bianche

- Strisce di tela bianca sulle quali ogni partecipante scriverà il proprio pensiero

- Un centinaio di bigliettini arrotolati sui quali vengono scritti pensieri, riflessioni, domande, aforismi, sintesi dei due anni di ricerca su Penelope. Ogni persona pescherà casualmente un biglietto sul quale riflettere e lasciar emergere la propria associazione/riflessione.

- Pennarelli a punta fina



Parole che ritornano


Condividiamo alcune impressioni inviate dalle persone che hanno partecipato

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Rapita nel sogno di Penelope dal suono dell’acqua ho tessuto il mio sogno di libertà rinsaldando legami di condivisione con compagne di sempre.

Marta

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I fili servono ad unire, cucire, tessere ed inaspettatamente a SMUOVERE.

Dario

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Non sono Penelope, un’avventura che ti porta avanti e indietro nel tempo, ma anche fuori dallo spazio e quindi dal tempo. Un' esperienza fatta di gesti che accompagnano i pensieri. Siamo state invitate a tenerci per mano, abbiamo creato un cerchio e poi siamo state accolte in uno spazio dove suoni, parole, oggetti e vibrazioni hanno creato tutti i presupposti per un buon ascolto e voglia di condivisione. Ho potuto dialogare con il mio Ulisse e la mia Penelope e, sentitami a casa, ho anche potuto sentire la bambina che attendeva in un angolino la mia mano adulta. Si sono sciolti gomitoli, fogli, nastri e stesi cerchi tra le mani. Ho verbalizzato il mio sentire attraverso lo scritto ed elaborato, in parte, ciò che nell'intimo accadeva. Ho comunicato e lasciato traccia tessendo su di una tela. Sulle pareti della stanza i lavori delle artiste creavano un altro varco verso una visione ancora più completa di quella esperienza, un luogo non luogo, un incontro, da cui tornare un po' cambiati.

Sonia Tonelli

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Ho sentito nel guardare le opere esposte, nel leggere gli scritti, forte emozione e risonanza.

Ho sentito anche la bellezza e la responsabilità del singolo racconto personale che acquista la forza di discorso comune, nella corrispondenza, nella fertile interrogazione e nella preziosa differenza.

Così il momento della tessitura aperta, collettiva, è stato nel mio vissuto, come la partecipazione ad un rito lento e antico. Gioioso.

È stato come l’attivazione di un rito antico e sorprendente.

La mia parola intessuta a quella di altre donne a formare un colorato e variegato mosaico.

La tela di pensieri e di parole (scelte tra le tante possibili), ad indicare passi e tragitti propri ma non solo; tracce di un percorso che è anche quello di tante altre donne che ci hanno preceduto, generato, nutrito.

E tanti fili colorati nelle loro sfumature ed accostamenti, come bandoli...

in un contenitore vasto e aperto che tutte ci contiene,

un’apertura che nasce nella ricchezza dell’incontro.

Giulia

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Mi piace scoprire ogni volta la sorpresa di ciò che si realizza autonomamente, che prende una forma propria. In questa azione abbiamo scelto di utilizzare le frasi scritte che concedono maggior margine di espressione e di lettura, un intreccio di suggestioni, aspirazioni e feedback intorno a Penelope, nostra ispiratrice e compagna di viaggio.

Le parole-frasi hanno potenziali rivelatori; l'azione performativa non è ancora terminata, vista la volontà di estrapolare dal telaio tutte le frasi scritte nella grande tessitura: solo allora avremo compreso la vera natura dei messaggi impressi dalle persone in quest'opera partecipata.

Marina

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Nel momento iniziale di introduzione ed ascolto ho sentito molta concentrazione tra noi e nel pubblico, è avvenuto come un rituale, un ordito creato con la nostra presenza e il nostro fare. I fili della trama sono state le relazioni e gli interventi delle persone che hanno partecipato ad intrecciare un tessuto fatto di scambi, parole, emozioni e gratitudine.

La tela che è stata creata non è solo materia ma anche un atto magico dove le intese e le finalità confluivano in una calda energia che avvolgeva tutti in quella stanza.

Incantata dal lavoro artistico e collaborativo e di quanto il processo creativo, comunicativo, l’interconnessione e la partecipazione siano insite in ogni persona e nella sua evoluzione.

L’evento è stato un percorso di crescita, un lavoro artistico collaborativo, un’esperienza preziosa, di ricerca ed interrelazioni.

Carmela

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Scoprire la vitalità dei gesti fatti insieme come una antica e, al contempo, nuova forma di guarigione. Ogni tela, che prima era accasciata nel cesto, bianca e senza vita, si è animata con l’energia del segno calligrafico, la potenza di parole che gridano emozioni e significati profondi. Il telaio è stato teatro di molteplici storie intrecciate, disinibite dal fare insieme e in libertà. Per un momento il desiderio di sentirmi parte del tutto si è realizzato. Grazie Grazie Grazie

Silva

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Fra tante cose belle di questo evento il più bello è stato vedervi lavorare insieme per allestire il tutto.

Andrea

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Accogliere. Accogliere il nuovo donando un gesto, un bacio, un abbraccio nella protezione del gruppo. Stare in ascolto, nel vento a volte impetuoso, per porgere una mano laddove c'è bisogno. Quanto manca oggi un "semplice" gesto d'amore? In un mare di domande, in questo viaggio personale alla ricerca, anche nell'incertezza, ognuno trova il suo posto in cui approdare e riposarsi, anche solo per un momento.

Dani

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Le tessere di stoffa dalle diverse sfumature, la lunga tela, l’intenso lavoro collettivo, non tanto per cucirle, ma per farle dialogare in modo polifonico.

Ecco, questo coro di colori, materiali così diversi tra loro fusi in una sintesi sul lungo drappo, parla dell’intento, del percorso, del viaggio fatto insieme.

Tiziana

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Il filo è un legame forte, a volte con donne molto vicine, a volte con sconosciute, ma che comunque sento legate ... il telaio su cui intrecciare le nostre storie, le nostre emozioni è da molto tempo un’immagine che mi attira. Fare un’azione insieme a tante persone, partendo comunque ognuna/o dal dentro crea un’energia forte e mi fa sentire parte di una rete ben solida per la quale ho un’immensa gratitudine.

Anke

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Ancora oggi mi sono ritrovata al polso il filo di lana legatomi da qualcuna quel giorno… non per dimenticanza ma perché volevo tenere viva in me la presenza delle altre donne, la forza dell’incontro e la bellezza del percorso che avete fatto insieme. È stata bella la mostra ed emozionante seguire anche dal di fuori i diversi percorsi creativi, così intensi e parlanti.

Credo sia stato anche per tale motivo che ho vissuto con altrettanta intensità il laboratorio finale e mi sono sentita partecipe con commozione. Grazie.

Marisa

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Il biglietto che mi è toccato era quello giusto per me in questo momento, dove il caso non è un caso. In quell'attimo ho attinto immediatamente ad un pensiero positivo, un momento per me felice, di condivisione e di profondo affetto avuto di recente. E l'ho rivissuto scrivendo di getto come a fermarlo nel tempo, nella mia memoria c'era già ma così è diventato, seppur anonimo, ancor più prezioso. Una parte di un tutto, una dedica, un canto, un sogno sussurrato.

Anto

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"Di che cosa e' fatta la tua tela del tempo?" Partecipando alla mostra di LabiArts ho ricamato il mio filo cercando di rispondere a questa domanda. La mia risposta, forse un po' triste, si e' ricamata con molte altre frasi di speranza ed e' stata sicuramente sopraffatta dalla luce e dalla sintonia delle artiste che hanno organizzato la mostra. Perché appena entrata nel locale ho percepito una profonda luce e sintonia, che hanno trovato riflesso in ogni splendida opera esposta. Sono andata via profondamente commossa e con le lacrime agli occhi, ma questa volta le mie lacrime non erano di rassegnazione, ma colme della speranza di riuscire prima o poi a ricamare il mio filo di luce e passarlo a chiunque ne abbia bisogno.

Francesca

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"E quando ti sei fatta a pezzi che cosa fai?" tessi, tessi nella tua stanza e ripercorri i fili della tua storia, e tutto prende forma, una nuova forma, a volte di dolorosa bellezza ... poi ... il gomitolo esce dalla stanza e incontra tante donne che iniziano a tessere, a trasformare, e in quel momento tutto si scioglie in una nuova leggerezza di mani, sorrisi, colore, fili che si incontrano creando una nuovo modo di essere, fare e stare insieme ... l'impossibile diventa possibile ...

Monica

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E infine, dopo le molteplici Domande di Penelope, eccone ancora una:


E se Penelope non avesse avuto il telaio che strategia di sopravvivenza avrebbe utilizzato?


Se vuoi condividere con noi risposte, idee, domande, riflessioni scrivici a id.difformi@gmail.com

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