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  • Femmine Difformi project

CANTANTESSE

A cura di Tiziana Moggi



L’idea era interessante e coinvolgente.

Il luogo suggestivo e magico.

Il gruppo di lavoro persone capaci, affidabili, nonché gente amica.

Così quando mi è stato proposto di collaborare, non ho avuto esitazione a dire: “Certo, con piacere”.


Il progetto nasce da un’idea di Nadia De Sanctis, sostenuta da Vittoria Panichi, assessora alla cultura del comune di Casole d’Elsa,una giovane donna che ha cura della politica.

Si è poi sviluppato con l’aiuto di Nadia De Sanctis, la cantante del gruppo, Tiziana Moggi, la voce narrante, il musicista Davide Pepi.

Così Cantantesse ha fatto il suo debutto il 13 luglio a Pievescola, sul sagrato della pieve di San Giovanni Battista, come scenografia la facciata della chiesa romanica e il profilo di alti cipressi.



Ma andiamo in ordine: Cosa è Cantantesse?

Un recital di canzoni accompagnate da una chitarra e da una voce narrante che annoda, introduce, commenta, con rapidi interventi, il tema originario di questo spettacolo.


In modo leggero, grazie al tessuto musicale, l’evento narra la problematica del gender gap presente, in modo massiccio, anche nel mondo della musica e soprattutto del cantautorato al femminile.

Sì, nel mondo della musica, dell’arte, insomma in quello spazio che forse riteniamo superiore a distinzioni, barriere, discriminazioni.


Ebbene, laddove si esprimono ideali, sogni, emozioni, dove si narra che un altro mondo forse sia possibile, vigono le stesse dinamiche dettate da uno sguardo maschilista e stereotipato.


“Ma chi te lo fa fare di fare la cantautrice, mettiti carina e basta! Mi è venuta una gastrite per due mesi” Così Elisa cantautrice famosa, ma anche donna produttrice nel campo della musica, ricorda la risposta di un imprenditore, al tempo dei suoi esordi.

E cambiando latitudine la storia si ripete.

Nel filo rosso che si interseca fra testi e musiche, le parole della voce narrante raccontano testimonianze autorevoli di autrici famose e affermate di generazioni e generi diversi come Bjork, Saint Vincent, Dua Lipa, Carmen Consoli, Susanna Parigi, Dito nella Piaga, Madonna…, sottolineando l’intensità dei brani musicali proposti dai musicisti.

In ogni loro storia, nelle dichiarazioni rilasciate emerge in modo costante la difficoltà di affermarsi come donne che non vogliono solo apparire sulla scena, ma dire, attraverso i loro testi, cose diverse dalla solita richiesta: “Mettiti carina e canta storie d’amore”.

Donne che vogliono spendere la loro capacità anche al di là della capacità canora: nel settore dell’imprenditoria, della gestione di eventi, nella produttività discografica.

Poche ci sono riuscite: in Italia la Caselli, Mara Maionchi, Elisa, che si muove con capacità e successo in vari settori del mondo discografico.


Le statistiche rivelano anche in questa zona discrepanze enormi fra l’occupazionalità maschile e quella femminile, per non parlare della diversità di stipendi.

Non consola che anche in altre parti del mondo, dove fiorisce l’industria discografica, la musica, appunto, sia sempre la stessa anche presso etichette famose e affermate.

“…la mia vera musa è stato David Bowie.

E' riuscito a unire lo spirito maschile e quello femminile.

Mi ha fatto capire che non ci sono regole. Ma mi sbagliavo, le regole ci sono se sei una donna. Se sei una donna, devi stare al gioco. Ti è permesso essere sexy e carina, ma non puoi comportarti da persona intelligente. Non puoi avere un'opinione che non sia in linea con lo status quo.”

Questo solo un passaggio della lettera che Madonna ha letto durante la premiazione per i suoi 34 anni carriera.

Altri sono degni di nota e hanno rappresentato dure stoccate a quel mondo che a modo suo ha cercato di incrinare nei suoi pregiudizi e stereotipi.

Il recital inizia sulle note di Respect nella versione di Aretha Franklin che nel ’67 rivisita il testo originale di Otis Reding, del ’65.

What you want? Respect!

Othis aveva scritto un brano tutto al maschile: l’uomo che porta a casa i soldi chiede alla sua donna che gli si porti rispetto!

Aretha lo declina al femminile pretendendo RISPETTO per la DONNA come persona, al di là dei compiti e ruoli.

Voglio rispetto canta con quanta anima e voce possa avere e ne fa una bandiera di un diritto per sé e per tutte le donne.



Lo spettacolo ha già 2 proposte di replica. Le date sono ancora da definire.

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vi terremo aggiornate.






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