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  • Femmine Difformi project

Il progetto Kordax

di Chiara Salvadori


Dall’elemento vegetale attivo e luminoso, mi sono mossa ad esplorare il regno più statico e quieto dei minerali, ed in particolare delle variopinte Terre che mi circostanziano.

Si tratta di un processo di trasmutazione che parte dall’apparente rigidità della materia argillosa e arriva al colore. Osservare, toccare, scegliere, setacciare è un processo che conduce la terra ad alleggerirsi dando impulso al mio atto pittorico.

Così vibra, vive, diviene paesaggio interiore e, alchemicamente, scioglie e riluce le mie asperità…tutto fluisce…



“Tutto si appesantiva, ed io mi alleggerivo,

tutto si chiudeva, ed io mi aprivo al mondo,

tutto era diviso, ed io ero in unione con la bellezza,

Tutto si è fermato ma soltanto esteriormente, perché l’anima si è espansa danzando con gli alberi ed il vento e, prendendo per mano le foglie si è alleggerita, ritrovando se’ stessa.



Il percorso Kordax ha inizio nei giorni della chiusura generale dovuta alla pandemia, ed esprime il personale tentativo di affrontare tale particolare momento.

Il mio è stato uno sguardo decisamente privilegiato, perché nel lento scorrere di quel tempo sospeso, ho avuto il dono di essere libera, di immergermi nella natura, stringendo con essa un patto di conoscenza, intimità e fiducia.

Il mondo esterno non mi toccava, la pesantezza della situazione, che avrei pensato farmi soccombere, considerata la mia proverbiale tendenza ipocondriaca, si fermava alla fine della salita che porta a casa nostra. Una reazione di protezione? Una difesa incondizionata?

Probabile, ma è stata un grande dono per me.

La natura circostante mi ha avvolta, protetta, ed io mi son lasciata andare a questo maestoso abbraccio trovando l’attimo presente, una nuova presenza.

Mi è stato donato il tempo. Nonostante le difficoltà materiali, ho potuto fermarmi, senza correre in un futuro carico di aspettative e speranze, senza fremere per qualche corso irrinunciabile o qual si voglia conoscenza da afferrare, ne’ tantomeno partorire l’opera d’arte più significativa del secolo…

ma semplicemente essere, vivere, per quello che si è.

Forse non lo facevo da quando ero bambina, caspita quanto è stato duro comprenderlo.. anche in vacanza ho sempre cercato qualcosa di speciale. Cercare, studiare, desiderare, anelare…non c’è niente di sbagliato in tutto questo, ovviamente, la mia essenzialità di ricercatrice è sempre lì; come una cariatide porta e sostiene il tempio greco, così la mia sete di conoscenza porta la mia vita. Ma quando mi sono fermata, le porte del tempio hanno respirato, si sono aperte e una luce nuova ha scaldato colonne di convinzioni un po’ mineralizzate.

Questo mio sentire si è metamorfosato nelle prime carte preparate con pigmenti naturali tenuti insieme con gomma arabica e chine, accostati con spirito gioioso e libero da intenzioni concettuali o estetiche, puro gioco e meraviglia della scoperta.

Attraverso questa intima osservazione della natura che permeava sempre più i miei giorni, e che sacralizzava la mia realtà, i sensi si sono accesi, affinati. Così ogni foglia ha evocato un gesto, una linea, un colore, che desiderava interpretarne l’essenza.

Spesso lavoravo direttamente con le mani o con le stesse foglie che poi andavano a lasciare la loro traccia sul foglio, la loro sostanza rimaneva evanescente e vibrante in quella piccola finestra sulla mia interiorità divenuta carta tinta.

E in queste atmosfere colorate e fluide, da una linea sinuosa è nata “Mistero”, la prima femmina sospesa. E’ nata da sola, l’ho semplicemente sfiorata con la punta della mia fusaggine emozionata, l’ho accarezzata e lei mi ha svelato il suo mistero. Niente era stato premeditato o progettato, è emersa da sola, dal movimento cromatico dello sfondo, l’ho percepita, l’ho sentita cantare. Ma lei non era individualizzata o rappresentativa. Lei era simbolo di ogni donna e con tutte le altre racchiudeva gli aspetti più belli e affascinanti della natura stessa.

E insieme alla prima femmina emersa dalla natura, sono arrivate le altre e tutte sorgevano dalle atmosfere colorate delle carte preparate. Tutte danzano, in un’energia erotica che da esse scaturisce per emanare fortuna, prosperità, gioia e armonia.

Solo una linea, per lo più tracciata in un unico gesto, cerca di coglierle nella loro essenzialità, senza dettagliare e personalizzare, ma lasciando che ogni osservatrice e osservatore possa riconoscervisi ed interiormente danzare con loro.

Sono immagini femminili archetipiche, il femminile che vibra in ognuno di noi, indipendentemente dal genere, che desiderano fondersi e compenetrarsi di natura, fino a dissolversi in essa.

Così mi immagino le donne dell’antica Lidia che si abbandonavano ai languidi ed erotici movimenti della Kordax, danza femminile estatica, al punto di trascendere sentendo dentro se stesse l’eco dell’armoniosa sensualità della Grande Madre.

Mentre scrivo queste parole, emerge il sentimento di come la vita sia proprio una grande danza e che questo percorso artistico porti in grembo l’essenza delle persone che ho incontrato e che incontrerò nel corso del mio cammino. Ogni essere rappresenta un profondo mistero, che lascia un segno significativo dentro me, una traccia indelebile. Per questo in tutte le linee, i colori, i gesti e i ritmi che si muovono sulla carta, contemporaneamente io volteggio e mi libero nel grande cerchio della kordax insieme a tutti voi.

Con gratitudine e stima prendo per mano danzando tutte le Femmine Difformi.


Chiara



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