VirginiaPerTutte
Opera/Azione da «Una stanza tutta per sé» di Virginia Woolf
Progetto internazionale e socio-culturale di arte partecipata di Patrizia Benedetta Fratus
a cura di Ilaria Bignotti e Connecting Cultures
“Credo che quest’opera possa innescare un meccanismo teso alla rivelazione delle diversità, non come distanza ma come appartenenza.
Tutto ha origine dalla necessità di dialogo interculturale quotidiano, e dalla ricerca alle radici della violenza. Mi hanno portato entrambe all’origine della narrazione, a quel fenomeno chiamato naturalizzazione degli stereotipi, fissata dai miti, così diversi e così uguali in ogni cultura.
Vedo la narrazione, la nostra storia, come un grande muro dipinto mutato milioni di volte spostando le figure, nominandole diversamente, o ancor più obliandone il significante, in ogni caso, un gioco di parole, se così posso dire.
La mia proposta è, senza colpo ferire, una condivisione dell’appropriazione della nostra narrazione. È una proposta che porta, attraverso la scoperta delle uguaglianze, delle differenze e delle mancanze, a sperimentare personalmente la bellezza della comprensione, della conoscenza che porta coscienza di sé, come donne e uomini, cellule costitutive di un organismo chiamato Terra.
Consapevole che le nostre visioni insieme arricchiranno l’opera e noi, un abbraccio”.
Patrizia Benedetta Fratus
Manifesto del Progetto
Dio creò il mondo con dieci parole e, se così posso dire, le parole sono i mattoni della creazione. In queste due frasi l'acme, la rappresentazione del potere della parola suggellata dell'inespugnabile
«me lo ha detto il cielo».
Così comincia e continua la nostra storia, fatta di storie, di parole.
Le parole, molto più che suoni, sono significanti.
La ricchezza di vocaboli evoca la ricchezza di una cultura: più parole, più immagini, più modelli, più
possibilità.
Quelle parole/immagini che abbiamo assunto con il latte materno di cui siamo costituite, per
ognuna di noi i significanti della cultura di nascita.
Il cambio di idioma non determina solo il cambio di suono.
Da qui la domanda: come possiamo comprenderci se le stesse parole rimandano a immagini
diverse, a significati diversi?
Come possiamo comprenderci se non abbiamo modelli condivisi?
Servono quindi dei presupposti comuni e l'accesso ad essi.
Immaginari collettivi per attivare uno scambio interculturale che diventi scambio interpersonale.
Questa è la proposta.
Il testo che farà da filo conduttore per l'opera/azione di traduzione collettiva è «Una stanza tutta
per sé» di Virginia Woolf, in esso il cuore della mia materia. Noi potremo essere quel che siamo
dal momento in cui potremo autodeterminarci; ciò passa attraverso l'autosufficienza economica e
ancor prima dall'autosufficienza intellettuale.
Sapremo chi siamo quando ci spoglieremo dalla coltre di stereotipi e narrazioni.
Tradurre insieme ci porterà in un viaggio attraverso la nostra e l'altrui cultura, troveremo le
similitudini, le disuguaglianze e le mancanze.
Ognuna/o di noi avrà una frase del testo, su di un pezzo di tela bianca la vergherà in rosso, il
colore sacro, con del filo o una penna indelebile.
Il filo e la tessitura sono dichiaratamente una strategia del femminile, ma non certo più la sola.
Da tempo ragionavo su questo lavoro, tanti pensieri, tante parole, poi, è arrivata Ananke e ha tolto
i fronzoli, per dirlo con Virginia, allora ho visto un cielo attraversato da lunghi fili di fogli bianchi
solcati di rosso: fogli come bandiere, bandiere come preghiere, nell'aria.
La scultura siamo noi.
Patrizia Benedetta Fratus
Il Progetto
VirginiaPerTutte. Opera/Azione da «Una stanza tutta per sé» di Virginia Woolf è un grande progetto internazionale e socio-culturale di arte partecipata e collettiva dell’artista Patrizia Benedetta Fratus, a cura di Connecting Cultures, agenzia di ricerca e produzione con sede a Milano, che da 20 anni promuove la sostenibilità attraverso le Arti Visive e il Design, e Ilaria Bignotti, curatrice scientifica di archivi d’artista e curatrice indipendente basata a Brescia
VirginiaPerTutte parte come una call to action, che è stata e verrà lanciata in diverse città italiane e che poi si è diffusa, attraverso le relazioni umane e gli scambi virtuosi innescati, a livello internazionale, da Mumbai ai Paesi Arabi, da Malta all’Argentina, coinvolgendo tutte le donne, di ogni nazionalità e lingua, nella realizzazione di una grande installazione, in scala ambientale, formata dalla ricamatura o trascrizione in colore rosso su tessuti bianchi del saggio “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf, scrittrice, saggista e attivista britannica (Londra, 1882 - Rodmell, 1941).
Come è noto, Una stanza tutta per sé è un saggio che ripercorre la vicenda umana e letteraria dell’autrice Virginia Woolf, volto a rivendicare, per il genere femminile, il diritto e la possibilità di far parte del mondo culturale che all’epoca era di esclusivo appannaggio maschile; partendo da questa centrale volontà il saggio prova a scardinare e decostruire lo stesso linguaggio maschile e patriarcale sia in ambito letterario che, più ampiamente, sociale e politico, liberando la donna da secoli di silenzio e sudditanza.
Tali temi, al centro dell’intera ricerca di Patrizia Benedetta Fratus, caratterizzano anche il progetto VirginiaPerTutte: l’intento è infatti quello di rendere evidente la mancanza di traduzioni e la necessità di tale fruibilità dell’intero testo; e al contempo di dimostrare come l’antica pratica della tessitura sia un elemento cruciale per la tessitura di una rete sociale, forte e consapevole di donne di qualsiasi geografia e cultura.
Obiettivi
❖ Promuovere il valore della diversità
culturale come fattore di arricchimento
umano e linguistico e di appartenenza ad una collettività plurale.
❖ Valorizzare le minoranze linguistiche
presenti in Italia come parte fondamentale del patrimonio culturale e linguistico.
❖ Promuovere la contaminazione di
saperi, conoscenze e linguaggi artistici diversi.
❖ Riflettere sulla pratica della traduzione,
letteraria e non solo, come arricchimento di significato
ma anche necessaria perdita.
❖ Promuovere un modello di donna
autosufficiente e autodeterminata,
combattere gli stereotipi e la violenza di genere.
❖ Proporre progetti di arte sostenibile, basati sul riuso di materiali
quotidiani (tessuti di cotone già presenti nelle case e negli atelier delle donne sono le pagine sulle quali è riscritta l’opera).
❖ Riflettere sull’uso e sulla manipolazione del linguaggio anche a
livello comunicativo e
mediatico e in tal senso educare la comunità di adolescenti e giovani ad un uso
consapevole e paritario della lingua e dei mezzi di comunicazione.
❖ Promuovere lo scambio attraverso le pratiche artistiche in comunità e abbattere le
distanze tra gruppi sociali diversi (tutti possono scrivere la propria pagina e ogni
pagina ha valore unico e indissolubile nel nuovo libro collettivo).
Target
Diretti
❖ Donne di diversa provenienza e lingua residenti in Italia o comunque in Paesi diversi
da quelli di origine.
❖ Donne e uomini italiani che vogliono promuovere una cultura dell’inclusione e della
partecipazione.
❖ Comunità delle minoranze linguistiche in Italia (es. albanesi, ladini, occitani, ecc.)
❖ Scuole di I e II grado e Università con cui realizzare workshop e lezioni sul tema della
cittadinanza culturale (e non di origine) e sull’inclusione.
❖ Donne e uomini di alcune carceri italiane (workshop/traduzione testo).
Indiretti
❖ Associazioni e realtà impegnate nella lotta alla violenza di genere e nell’emancipazione
delle donne.
❖ Enti del Terzo Settore e Istituzioni culturali artistiche no-profit e profit.
❖ Biblioteche e centri di promozione e diffusione della lettura e dell’alfabetizzazione.
❖ Comunità di recupero, riabilitazione e correzione comunitaria (Carceri).
❖ Pubblico che sarà presente a Brescia e Bergamo in occasione dell’evento Capitali
della Cultura 2023.
Tempistiche
Allo stato attuale del progetto:
- novembre 2020-dicembre 2021: raccolta di tutte le pagine ricamate del libro
- da marzo 2021: performance e reading, seminari e workshop del “work in progress”
- da gennaio 2022: esposizioni itineranti del progetto e suo sviluppo
(potenziale continua riscrittura)
- 2023: mostra e convegno finali
Azioni di progetto
A. Call to action
A tutti coloro che aderiranno alla call, Patrizia Benedetta Fratus consegnerà una frase estratta dal libro in lingua italiana, chiedendo di tradurlo nella propria lingua madre, se diversa, o di cercare una donna di un'altra cultura e lingua per tradurla insieme, e di scriverne la traduzione, assieme a quella italiana, con filo rosso o pennarello indelebile rosso.
Questi testi andranno poi ricamati o scritti su due tessuti bianchi delle dimensioni di 30x40 cm circa: i due tessuti, assieme cuciti, diventeranno delle bandiere che mostreranno, su ciascun lato, una versione possibile del testo.
I dialoghi e i confronti culturali che si innescano con l’atto della traduzione e la sfida di spiegare alcuni concetti e alcune parole che diamo per scontato a persone di culture e provenienza diversa dalla nostra verranno restituiti attraverso un Diario digitale, pubblicato sui siti degli enti curatori, in cui si tiene traccia delle comunicazioni tra Patrizia e donne e uomini coinvolti nel progetto.
Ad oggi la call è stata lanciata attraverso diversi canali online sia da parte dell’artista che dei curatori e ha già raccolto più di 700 testimonianze da diverse città sia in Italia che nel resto del mondo, diffondendosi “a macchia d’olio” attraverso il sistema dello scambio, del passaparola, dell’invito reciproco e della collaborazione attiva: da Mumbai all’Argentina, da Malta ai Paesi Arabi, quotidianamente l’artista riceve decine di pagine riscritte da ogni parte d’Europa e del mondo.
Inoltre l’installazione finale potrà essere presentata nei suoi diversi “formati” a pubbliche istituzioni, centri di ricerca culturale e sociale per valorizzare le città di Brescia e Bergamo, Capitali della Cultura nel 2023.
Nei prossimi mesi sono in programma diverse presentazioni in presenza del progetto. In particolar modo a Torino, presso lo Spazio Montanaro, e a Gibellina Nuova, presso la Fondazione Orestiadi, dove si terrà una residenza d’artista in occasione della Giornata del Contemporaneo a ottobre 2021. Altri possibili location in corso di definizione: Mudec di Milano, SalaBorse o Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna e Francesca Pasquali Archive di Bologna, Fondazione Pistoletto – Cittadellarte di Biella, Museo del tessuto o Pecci di Prato, MART (o Galleria Civica di Trento?) Trento e Rovereto e altri spazi in Alto Adige.
Un fotografo incaricato documenterà e restituirà gli incontri, i dialoghi con le persone e tutte le principali fasi in cui si articolerà il progetto.
B. Realizzazione di performance all’interno del circuito delle biblioteche cittadine
Il progetto prevede di coinvolgere il circuito delle Biblioteche cittadine delle diverse città in cui si svolgerà il lavoro, in quanto luoghi di cultura e conoscenza che condividono col progetto obiettivi e target. Le biblioteche rionali infatti costituiscono dei punti di riferimento all’interno dei quartieri cittadini e favoriscono l’accesso libero alla conoscenza e all’informazione, senza distinzione di genere, condizione sociale o credo religioso. In tal senso favoriscono il dialogo nel rispetto della diversità culturale e l’interazione con il territorio e l’associazionismo locale.
Insieme alla Biblioteche che aderiranno al progetto VirginiaPerTutte si potranno realizzare:
➢ workshop in cui l’artista, dopo aver selezionato in estemporanea parti del libro,
invita i presenti a tradurle in forme e fogge diverse, non solo con tessuto e ricamo;
➢ possibili reading di passi tratti dal libro;
➢ performance di corpo/teatro/azione, musica, poesia, psicodramma.
➢ giornate di discussione/tavole rotonde legate a tematiche specifiche del
progetto: il linguaggio e la traduzione culturale, l’altro e il diverso, la donna nella società attuale;
➢ allestimenti temporanei nelle biblioteche coinvolte delle pagine ricamate,
per una prima restituzione al pubblico del progetto.
Ci auguriamo che tali azioni possano sensibilizzare enti, fondazioni e finanziatori all’acquisto o alla donazione di libri in lingua originale per popolazioni e comunità residenti a Milano o in altre città d’Italia e le cui lingue sono ancora poco rappresentate.
C. Realizzazione opera d’arte e mostra finale
L’opera finale consiste nell’intera riscrittura del libro di Virginia Woolf sui doppi tessuti. Da una parte i tessuti riscriveranno il libro in lingua italiana; dall’altra raccoglieranno le varie frasi nelle varie lingue. Il risultato finale sarà un’opera d’arte collettiva ambientale e multilingue, formata da migliaia di bandiere bianche vergate di rosso, che corrisponderanno a migliaia di possibili traduzioni del libro, di volta in volta in volta di forma diversa: come un “bucato” di pagine steso in una piazza; come un percorso labirintico, spiralico, a tappe in ambienti aperti o chiusi.
L’opera partecipata e i materiali prodotti durante tutto il periodo di progetto verranno presentati al pubblico italiano e internazionale in occasione di una mostra dedicata prevista per l’anno 2023, all’interno di una sede scelta nelle città di Brescia o di Bergamo (o in entrambe le città qualora l’opera possa presentare diversi
materiali contemporaneamente).
La mostra si potrebbe sviluppare anche in modalità interattiva e virtuale, garantendo così un’accessibilità ad un pubblico più ampio e internazionale e una maggiore diffusione del progetto.
D. Convegno sul tema della traduzione culturale
Connecting Cultures, in collaborazione con l’artista e la curatrice Ilaria Bignotti, e durante il periodo della mostra realizzerà un convegno conclusivo di progetto dedicato al tema della Traduzione Culturale. Sede ideale per questo convegno potrebbero essere le città di Bergamo o Brescia, elette a Città della Cultura per il 2023.
In questa occasione verranno invitati artisti, poeti, letterati ed esperti di diverse discipline con l’obiettivo di ampliare sempre di più la riflessione attorno al concetto di diversità culturale, intesa come ricchezza e non come taboo da eliminare o nascondere; ma semmai da intendersi come fonte di scambio, innovazione e creatività.
Come già scrisse Sarat Maharaj nel testo Perfidious Fidelity, la traduzione richiede sempre un salto creativo che costruisce l’ibridità: qualcosa che ci riguarda da vicino, che costituisce la specificità di ognuno di noi. Nella realtà attuale, sempre più globalizzata e in rapido cambiamento, è sempre più importante, quindi, saper accettare e rispettare anche quella parte che non possiamo comprendere della nostra relazione con l’altro e che rappresenta lo specifico di una cultura che non conosciamo.
Attraverso il racconto del progetto VirginiaPerTutte e di altri casi studio, si cercherà di individuare il ruolo dell’Arte rispetto al dialogo tra le culture e alla comprensione reciproca. Più di ogni altro dispositivo, infatti, l’Arte oggi può essere considerato come un luogo simbolico ed emozionale di incontro tra le persone, uno spazio ibrido di dialogo e di confronto, un’occasione per narrare noi stessi attraverso opere, immagini, gesti e comportamenti che hanno un significato per ciascuno di noi.
Risultati previsti
• Valore sociale: progetto a forte connotazione sociale, inclusivo e partecipato;
• Transculturalità e lateralità dello sguardo; inclusione, partecipazione, sostenibilità;
• Progetto volto alla acquisizione di fondi a scopo sociale / didattico: acquisto di libri in
lingua originale per popolazioni le cui lingue sono poco o nulla rappresentate nelle biblioteche italiane;
• Valore artistico: installazione ad ampio impatto e coinvolgimento di pubblico; gestibilità
massima dell’installazione per versatilità e resilienza alo spazio e alle tempistiche
Sedi di progetto (in progress)
Sedi di reading e performance con l’artista:
Primavera 2021:
• LABA-Libera Accademia Belle Arti, Brescia
• Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Leonardo, Brescia
• Liceo Artistico Fantoni, Bergamo
• Liceo Artistico Manzù, Bergamo
• Istituto comprensivo Antonio Gramsci, Roncadelle Brescia
• Spazio Montanaro, Torino – maggio 2021
• Fondazione Orestiadi, Gibellina Nuova – ottobre 2021
• Francesca Pasquali Archive atelier a Bologna e altro spazio istituzionale bolognese –
data da definirsi
Collaborazioni
- Centro Antiviolenza Butterfly, Brescia
- Scuole (di cui sopra)
Sta avviando collaborazioni con:
- Accademia di Belle Arti Santa Giulia, Brescia
- Centro Antiviolenza Sirio di Treviglio
- Casa delle donne di Torino
- Carcere di Verziano
- Centro di Treviso
- Francesca Ganbarino, criminologa, lavora con gli offenders
- Carcere di Opera
- Bologna, Biblioteche cittadine
IDEAZIONE E CURATELA
Titolo: Virginiapertutte. Opera/Azione da “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf Ideazione e progetto: Patrizia Benedetta Fratus
Coordinamento curatoriale: Ilaria Bignotti e Connecting Cultures
Ufficio Stampa locale: Laura Bergami
Project manager interno: Vera Canevazzi
Coordinamento associazione Butterfly: Moira Ottelli e Roberta Leviani
Patrizia Benedetta Fratus
Patrizia Benedetta Fratus nasce a Palosco nel 1960 da contadini urbanizzati e dopo alcune esperienze nell’alta moda, si diploma all’Istituto Marangoni di Milano. Lavora nella Sartoria del Teatro alla Scala per due anni. Nel 2004 debutta come artista a Parigi nella galleria Edgar le Marchand d’Art. Nel 2005 è a Bergamo con un’installazione per Celluloidee. Espone in gallerie a Brescia, Milano, Londra e Parigi. Vince il premio Nocivelli e ArteCairo nel 2009. Realizza la prima «Cometumivuoi», una bambola nata dalle continue sollecitazioni della cronaca di femminicidi. Inizia un percorso di studio di storia dell’arte con Salvatore Falci. Dal 2012 lavora a progetti di arte relazionale e ambientale collaborando anche con case di accoglienza e scuole. Nel 2015 realizza l’opera d’arte relazionale «VivaVittoria» a Brescia. Il suo lavoro intende l’arte come strumento di sperimentazione intellettuale ed empirica di consapevolezza, autosufficienza e autodeterminazione, strumenti necessari per l’emancipazione umana.
Ilaria Bignotti
Nata a Brescia nel gennaio 1979, Ilaria Bignotti è Dottore di ricerca in Teorie e Storia delle Arti e Curatrice scientifica di Archivi ed Estates d’Artista; è curatrice indipendente e critica d’arte. Tra gli incarichi nell’ambito della Curatela scientifica dell’Archivio d’Artista: Curatrice scientifica dell’Associazione Archivio Paolo Scheggi, Milano (2013-in corso); Direttrice scientifica del Francesca Pasquali Archive, Bologna (2015-in corso); Responsabile Progetti Speciali e Curatrice scientifica dell'Associazione Archivio Antonio Scaccabarozzi, Milano (2016-in corso).
É nel Comitato curatoriale di ArteJeans, progetto rivolto alle arti contemporanee per la costituzione di un Museo-Archivio del Jeans a Genova (dal 2020-in corso).
È nel Comitato scientifico del MoRE Museum, a museum of refused and unrealised art projects (dal 2011-in corso).
È Specialista in storia dell'arte moderna e contemporanea (XIX, XX e XXI secolo) per il nuovo corso quinquennale "Dell'Arte" di DeAgostini Scuola per le Scuole Secondarie Superiori e le Università, a firma di Ernesto Luciano Francalanci (prima edizione 2021).
Dal 2003 a oggi ha ideato, organizzato e curato progetti espositivi internazionali lavorando anche per estesi periodi e continuativamente con Musei, Istituzioni e Fondazioni, in Italia e all’estero. É Visiting Professor e Docente su incarico presso sedi universitarie italiane e internazionali. È Perito in arte moderna e contemporanea per il Tribunale di Brescia.
Dal 2003 a oggi, ha pubblicato oltre un centinaio di libri, tra i quali cataloghi d’arte moderna e contemporanea in occasione delle mostre curate, ha scritto diversi saggi e contributi in monografie scientifiche e cataloghi ragionati.
Connecting Cultures è un’associazione culturale no profit che promuove la ricerca artistica fondata sulla progettualità, l’arte partecipata dedicata ai luoghi, alle comunità e alla rigenerazione territoriale. È inoltre una piattaforma di ricerca e formazione per la sostenibilità e la consapevolezza nell’ambito delle arti visive, del design e del fashion design. Cerchiamo soluzioni innovative e inclusive per rispondere alle domande sempre più insistenti di sostenibilità in molti settori della vita. Temi che, come cittadini attivi, crediamo sia il nostro dovere affrontare.
Connecting Cultures lavora con artisti, architetti, medici e psichiatri, sociologi, economisti, designer, fashion designer, performer e il pubblico con obiettivi interdisciplinari e interculturali tesi alle seguenti finalità: promuovere una cultura della sostenibilità anche a livello locale attraverso le arti, la cultura e la valorizzazione dello spazio pubblico; costruire nuova consapevolezza per i Diritti Umani, soprattutto riguardo le vittime di emarginazione e i rifugiati; stimolare le comunità locali a sviluppare programmi di cittadinanza attiva e collaborazione in rete; offrire occasioni di emancipazione e capacity building nell’ambito degli scambi interculturali; diffondere idee di empowerment e di inclusione sociale e culturale attraverso l’arte e il design.
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